LA TASSA RIFIUTI: UN FRENO ALLO SVILUPPO DELLE IMPRESE
La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che lo caratterizzano, per le imprese del nostro territorio. Lo dice lo studio della Confcommercio presentato oggi (25 luglio) a livello nazionale in un vero e proprio TARI Day.
"Da sempre abbiamo puntato la nostra attenzione anche sul nuovo sistema di raccolta qui a Ferrara che privo di una fase di test vera e propria oggi da più problemi che soddisfazioni. Stiamo raccogliendo gli elementi per capire se il nuovo sistema di raccolti rifiuti entrato in vigore il 1° gennaio 2018 premierà davvero i virtuosi. Per questo abbiamo attivato un servizio di analisi delle bollette Hera e raccogliendo le segnalazioni delle nostre imprese associate” ricorda Giulio Felloni, presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara” e Matteo Musacci presidente provinciale di Fipe Confcommercio sottolinea “In particolare ribadiamo che ci sono alcune categorie a Ferrara (i pubblici esercizi, orotofrutta, gli alberghi) che soffrono di più rispetto alla media nazionale e spesso regionale”
Ad esempio l’aliquota media TARI Euro/Mq (dato 2016) per i ristoranti a Ferrara era del 14,90 contro una media nazionale del 13,72 e del 15,92 regionale. Ancora per i bar a Ferrara siamo ad 13,24 contro una media nazionale del 10,68 e regionale del 12,61.
“La Tari puntuale a Ferrara ed il sistema “calotte” rischiano peraltro di incrementare questi dati di sofferenza a discapito delle nostre imprese” interviene nuovamente Musacci.
Il 62% dei Comuni capoluogo di provincia registra una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni (Fonte: www.opencivitas.it,sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle varie amministrazioni locali) e anche il nostro territorio di Ferrara conferma il trend: infatti la differenza tra spesa storica (anno 2016) ed il fabbisogno standard (un indice di spesa definito dal Dipartimento delle Finanze in base alle caratteristiche ambientali e sociali) vede il primo dato attestarsi su oltre 32 mln di euro mentre il fabbisogno è di superiore ai 29 mln. Con una differenza di oltre 2 milioni. La nostra città si colloca in regione purtroppo in una posizione di netto scostamento tra spesa storica e fabbisogno standard ed in compagnia con Bologna e Parma. Mentre Forlì e Cesena sono tra i primi cinque comuni più virtuosi d’Italia.
Dai dati emersi risulta evidente come sia urgente una profonda revisione dell’intero sistema capace di superare definitivamente la logica dei coefficienti presuntivi di produzione con un sistema che rispetti il principio europeo “chi inquina paga”, che tenga conto di specifiche esenzioni/agevolazioni per le attività stagionali e per le aree scoperte operative e che venga confermato il principio secondo il quale il tributo non è dovuto, né in parte fissa né in parte variabile, per i rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato a recupero. Sarà fondamentale, inoltre, introdurre misure che leghino in maniera sempre più vincolante la determinazione dei costi del servizio a parametri di efficienza ed a misure volte a garantire un’equa e oggettiva ripartizione tra la componente domestica e non domestica e tra parte fissa e variabile.