L’iniziativa di FIPE Confcommercio nazionale ha visto, con ordine e rispetto delle regole, migliaia di imprenditori del mondo della ristorazione scendere in contemporanea ieri (28/10) in 24 piazze d’Italia, fra cui piazza Maggiore a Bologna.
Il Governo ha varato velocemente il Decreto Ristori con risorse significative e la Regione si sta mobilitando ad ulteriore supporto per quelle che sembrano essere le categorie più colpite.
Segnali di attenzione importanti, ma assolutamente non sufficienti, per tre ordini di motivi.
Primo: il mondo della ristorazione, nel momento in cui ha investito risorse importanti per rispettare minuziosamente le regole che sono state individuate a tutela della salute chiede di poter lavorare e non condivide le motivazioni che hanno portato a queste limitazioni di orario e di esercizio. Da sempre chiediamo per tutti e a tutti i livelli il rispetto delle regole e soprattutto sanzioni per chi trasgredisce: non è giusto penalizzare tutti per il comportamento di pochissimi.
Secondo: in questo momento la tempestività conta quasi più della consistenza dell’aiuto. Se il sostegno non arriva entro pochissimi giorni non ci sarà più l’impresa che potrà beneficiarne.
“Il terzo, il più importante - come sottolinea Giulio Felloni vicepresidente regionale di Confcommercio e presidente provinciale di Ascom e Federazione Moda Ferrara - “è quello che definiamo come il Popolo dei Dimenticati, ossia di quelle categorie di imprenditori che pur subendo danni economici enormi, per il solo fatto di poter continuare a stare aperti non beneficiano di alcun sostegno, se non di sporadiche attenzioni. Stiamo parlando del negozio di vicinato, del piccolo esercizio commerciale, specialmente non alimentare, e specialmente dei centri storici delle nostre città, desertificati da una paura anche immotivata, dallo smartworking e da politiche della viabilità non adeguate al momento che si sta vivendo. Stiamo parlando di imprenditori praticamente abbandonati a sé stessi che devono fare i conti con cali di fatturato anche superiori all’80%”. Una tema che tocca anche il commercio ambulante che oltre ad avere i mercati svuotati stanno subendo il divieto ad effettuare le fiere, che per molti di loro rappresentano la principale fonte di reddito. Un popolo di dimenticati ai quali si aggiunge il mondo delle imprese dei servizi che non ha più committenza.
“Come Confcommercio potremo dirci completamente soddisfatti solo quando più nessuno di questi imprenditori sarà dimenticato” auspica in conclusione Felloni.