Ci sono cicatrici invisibili forse più invasive di quelle sul corpo. Silvia Poiata è una delle pochissime estetiste oncologiche certificate ed iscritte ad un apposito albo professionale. In Italia sono appena 187.
Un percorso lavorativo - il suo centro "Silviky" in via Piangipane a Ferrara è in attesa di riaprire al termine delle restrizioni sanitarie - che Silvia racconta così: "Sono stata toccata da una vicenda personale capitata ad una mia carissima amica; a giugno dell’anno scorso, in piena pandemia, ho deciso di aprire con la mia socia uno studio di estetista dove a fianco ai trattamenti tradizionali ho aggiunto quelli specifici relativi agli aspetti oncologici. Per fare questo, dopo una rigorosa selezione, ho frequentato fin dal 2018 un corso presso l’Istituto Europeo Oncologico fondato dal professor Umberto Veronesi al Policlinico di Milano ed svolgo annuali sessioni di aggiornamento".
"Si tratta di un'apertura che ha il sapore di una bella sfida professionale in questi mesi difficilissimi - commenta Giulio Felloni, Presidente provinciale di Ascom Confcommercio - Questa attività, che ha scelto di unirsi alla nostra associazione, e la volontà imprenditoriale che denota sono l'esempio del nostro motto Il Futuro non (si) chiude!".
Un percorso professionale impegnativo ma necessario su un tema di estrema delicatezza, sanitaria e psicologica insieme: "Le donne che subiscono trattamenti di cura dei tumori hanno bisogno innanzitutto di sapersi accettare perché spesso gli interventi terapeutici vengono vissuti come una "mutilazione" della loro identità; è quindi importante avere la capacità di trasmettere fiducia e sentimenti positivi - spiega Silvia con un sorriso, affiancata dalla socia Victoria Morari -, ed è necessario proporsi così in ogni ambito. Gli interventi estetici che applico a queste pazienti avvengono sia prima sia durante sia dopo le cure, e possono essere determinanti non solo per alleviare le sofferenze o rimediare agli interventi chirurgici invasivi ma per proseguire quelle terapie necessarie che, di fronte a pesanti effetti collaterali più o meno immediati, altrimenti dovrebbero interrompersi".
Anche se di argomenti dolorosi si tratta, Silvia preferisce affrontarli con determinazione e con una grande carica di umanità e professionalità, tanto da averne fatto una scelta di vita professionale: "Se non sei riuscita a fare una cosa vuol dire che non ci credi veramente". Un chiaro invito alla speranza ed alla vita. Sempre.