Il punto della Confcommercio sugli ultimi provvedimenti del Governo. Fipe: "Settore ristorazione allo stremo ma la legalità rimane un prerequisito". Tratto dal sito www.confcommercio.it ....
Oggi l'ok al nuovo Dpcm che metterà praticamente tutto il Paese in zona arancione. Le limitazioni all'asporto riguarderanno solo gli esercizi senza cucina. Fipe: "settore stremato, ma la legalità resta un prerequisito".
15 gennaio 2021
Quasi tutta Italia in zona arancione e divieto di spostarsi tra le regioni fino al 15 febbraio, con Lombardia e Sicilia che da domenica potrebbero essere le prime zone rosse del 2021. Entrerà in vigore nelle prossime ore la nuova stretta per evitare che anche l'Italia finisca nella stessa situazione di Gran Bretagna e Germania, costringendo il governo all' unica soluzione possibile in quel caso: un nuovo lockdown nazionale.
Le ultime modifiche al Dpcm valido dal 16 gennaio sono state illustrate dall'esecutivo a Regioni, Comuni e Province, precedute da una premessa del ministro della Salute, Roberto Speranza: "la situazione non può essere sottovalutata, lavoriamo insieme tempestivamente ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova, forte ondata" del virus. Nessun passo indietro, dunque, con il rinnovo di tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5, scuole superiori in didattica a distanza al 50% da lunedì e inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio 'alto' o, ancora, con un'incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso. Anche perché gli esperti già conoscono i dati che la cabina di regia analizzerà nelle prossime ore: tutti gli indicatori sono peggiorati nella settimana che si sta per concludere. E in base all'ultimo monitoraggio, con le modifiche introdotte dal decreto, solo 6 regioni rimarrebbero gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Valle d'Aosta. Tutte le altre rischiano l'arancione, con la Lombardia e la Sicilia molto probabilmente in zona rossa.
Qualche modifica rispetto alle bozze il governo però l'ha fatta. Il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, sarà in vigore fino al 15 febbraio e non più al 5 marzo. Fino a quella data sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai Comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 chilometri e mai verso i capoluoghi di provincia.
Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18 - nello specifico lo stop coinvolge le attività identificate dai codici Ateco 56.3 (bar e altri esercizi simili senza cucina) e 47.25 (commercio al dettaglio di bevande in esercizi specializzati) - un provvedimento fortemente criticato dalle Regioni: "non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori", ha detto il presidente della Conferenza Stato Regioni, Stefano Bonaccini, a nome di tutti i governatori.
Durante la riunione il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha poi garantito, nonostante la crisi di governo, "massima priorità" per i ristori a tutte le attività costrette a fermarsi. Tra queste c'è lo sci: gli impianti non riapriranno almeno fino al 15 febbraio. Con il decreto viene infine introdotta la 'zona bianca', in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l'uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci - 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso - fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi.
Notizia al link https://www.confcommercio.it/-/governo-nuovo-dpcm-1