Con la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza varata a fine settembre dal Consiglio dei Ministri, il Governo ha programmato la disattivazione degli aumenti Iva previsti per il 2020 a legislazione vigente, così come richiesto da Confcommercio e dal suo Presidente nazionale Carlo Sangalli che si è impegnato fortemente per ottenere questo risultato.
La migrazione di 23,1 miliardi dal privato al pubblico, ovvero il peso di un aumento IVA, avrebbe un impatto recessivo devastante sull'economia con una crescita zero dei consumi ed un Paese debilitato come il nostro non può tollerarlo.
La riduzione dei consumi da parte delle famiglie ha avuto un impatto molto forte sulle imprese della distribuzione commerciale. In Emilia Romagna, come a Ferrara le imprese del commercio ed in particolare quelle del dettaglio stanno subendo, da tempo, una fase complessa come testimoniato dal recente osservatorio dell’Economia della locale Camera di Commercio. L’aumento dell’IVA sarebbe stato una mazzata decisiva.
“Come sostiene la Confcommercio a tutti i livelli – spiega il presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni - non servono tasse in più, ma semmai costi in meno. Si deve incentivare l’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento riducendo i costi e le commissioni a carico di imprese e consumatori, ma non tassando l’uso del contante”.
“Quello è utile ai nostri imprenditori sono politiche economiche concrete e quotidiane che attenuino la pressione fiscale e burocratica, pensando ad alleggerire il più possibile gli oneri di gestione a carico delle imprese del commercio in una logica complessiva di sostegno e attenzione allo sviluppo di un settore in difficoltà. Le nostre aziende del Terziario hanno bisogno di questi strumenti per rilanciare appieno il loro ruolo di collante del sistema economico e sociale”.