Stabili e con lievi elementi di ripresa: è il primo bilancio, in pratica a metà del percorso, delle prime 4 settimane di Saldi Invernali che hanno avuto inizio lo scorso 5 gennaio, in Emilia Romagna.
Le prime valutazioni vengono dalla Confcommercio regionale con il supporto di centro studi Iscom Group che ha provveduto ad intervistare un panel rappresentativo di imprese del tessile abbigliamento e delle calzature. "Riscontriamo che Ferrara è in linea con i dati regionali - commenta il presidente provinciale Ascom Confcommercio Giulio Felloni - ed in queste prime settimane si sono evidenziato saldi dall'andamento stabile. In particolare il consumatore ha riscoperta il gusto di passeggiare nei centri storici, sempre più meta turistica, e di fare shopping, in maniera mirata ed attenta. E questo è un elemento sul quale i piccoli negozi di vicinato devono puntare grazie alla loro professionalità e qualità".
Complessivamente il 73% degli intervistati sostiene di aver avuto un andamento nelle vendite a maggioranza stabile o migliore rispetto al 2018. Tra i capi che hanno avuto maggior successo la maglieria, i pantaloni e le borse; acquisti sempre realizzati con attenzione e prudenza da parte del consumatore. Alla metà di gennaio hanno ripreso le vendite di capispalla imbottiti (in particolare piumini) anche a seguito dell'ondata di freddo. Tra le calzature la parte del leone la fanno sneakers di marca, gli stivaletti e gli scarponcini. La spesa in media per ogni singolo consumatore si aggira sugli 88 euro (circa 194 euro a famiglia) .
Tra i principali elementi di preoccupazione negli operatori di settore la concorrenza oltre a quella della grande distribuzione, anche quella sempre più invasiva delle vendite on line: "Un elemento sul quale è necessario che a livello governativo si provveda ad una scelta: l'e-commerce, senza regole precise, rischia di penalizzare oltre misura le piccole attività di vicinato che hanno un ruolo fondamentale nel tenere accoglienti e vitali i nostri centri storici" aggiunge Felloni.
I Saldi, che rappresentano in media dal 10 al 20% del fatturato annuo di un operatore, si concluderanno ufficialmente il prossimo 5 marzo.