E' la fotografia delle attività di vicinato nei centri storici elaborata dall’Ufficio Statistica della Confcommercio con il centro studi "Tagliacarne" delle Camere di Commercio: il focus è il periodo compreso dal 2012 al 2020 e riguarda 120 città (i 110 capoluoghi di provincia ai quali si aggiungono altre 10 città di dimensioni ed importanza strategica) con indicazioni su 13 categorie economiche.
"Il quadro che ne deriva per il Comune di Ferrara - commenta Giulio Felloni, presidente provinciale di Ascom Confcommercio - vede una flessione generalizzata nel commercio al dettaglio (-12,6%) sia nel centro storico che nella periferia di Ferrara. In particolare registrano flessioni più significative il settore degli esercizi specializzati (tessile abbigliamento, calzature, pelletteria, cosmetici...) con cali del 14,8 % in centro e del 20,5 % in periferia. Situazioni a cui fanno da contraltare settori che vedono percentuali di crescita come ad esempio le attività nel settore alimentare (+11,7%) ed i negozi che vendono prodotti informatici e di telecomunicazioni (+72,7%). Dall'analisi scaturisce una proposta che la Confcommercio individua nell'innovazione, nella digitalizzazione d'impresa e nella realizzazione come già avvenuto proprio qui a Ferrara - prosegue Felloni - di progetti in collaborazione tra Pubblico e Privato per la rigenerazione di spazi cittadini. In questa direzione ci stiamo impegnando nel supportare le imprese a realizzare la propria digitalizzazione così come nel realizzare partnership e reti d'impresa" . Tra i nodi che si sono particolarmente stretti in questi ultimi dodici mesi "Le restrizioni esasperate che ha subito tutto il comparto del Terziario - continua il presidente di Ascom - per via dell'emergenza sanitaria con una altalena di aperture e chiusure incomprensibile nei tempi e nei modi che potrebbero paragonarsi alle false partenze per gli atleti. Ed ancora il rincaro affitti, per arrivare alle bollette inique e salatissime di Hera, che sembra non comprendere la gravità eccezionale del momento per le nostre imprese e per questo sarà attivata una specifica azione di pressione istituzionale a livello regionale."
In città "Ricordiamo - aggiunge Davide Urban, direttore di Ascom Confcommercio Ferrara - ad esempio i progetti di rigenerazione di piazza della Repubblica (piazza del Gusto), dove siamo stati pionieri fin dal 2014. Un percorso che ora deve proseguire su altri comparti da recuperare e valorizzare come per esempio le piazze Gobetti, Cortevecchia e via Garibaldi."
Il quadro della demografia di imprese è completato dal ricettivo che dal 2012 al 2020 ha registrato la crescita (+36,5%) del comparto (alberghi, bed & breakfast, residence...) fermatasi però negli ultimi 24 mesi.Ed ancora la ristorazione: che registra nel centro storico una sostanziale crescita (+7%), controbilanciata da una contrazione in periferia (-8,9%).
Come la pandemia cambierà la geografia delle imprese? Confcommercio stima che a livello nazionale saranno 300mila le aziende destinate a chiudere i battenti con una perdita in consumi di 120 miliardi. E per la prima volta nel 2021 si ipotizza che anche nei comparti della ristorazione e del ricettivo, di solito trainanti, una contrazione importante: le stime parlano di 1 attività su 4 destinato a chiudere se non interverranno azioni significative sul piano del recupero della funzione e dell'identità dei centri storici.
"E' chiaro che questa corsa contro il tempo per il recupero dei vaccini per arrivare ad una immunizzazione di massa sarà fondamentale per una ripresa economica, sociale e prima ancora psicologica sia per i consumatori che per le imprese" conclude Fellon.