L’appello della Federazione al Parlamento si traduce nella richiesta di inserire emendamenti specifici a favore degli operatori del settore.  I consumi fuoricasa a livello nazionale costituiscono ad oggi il 34% dei consumi alimentari, per un valore di 20 miliardi di acquisti di alimenti. Questo significa che un terzo dei consumi alimentari avviene proprio nei pubblici  esercizi e, in parallelo, si deve ritenere che una percentuale di alimenti quantomeno identica, se non superiore, venga sprecata. Manca in definitiva una normativa specifica in grado di facilitare il lavoro degli esercenti nella gestione del cibo invenduto. “Alimenti freschi, non confezionati e deperibili che, pur essendo ancora in buono stato e fruibili non sono più adatti ad essere serviti alla clientela e che potrebbero invece essere facilmente destinati ad associazioni del Terzo settore, Enti caritatevoli, Mense –  auspica Musacci e conclude – esiste peraltro a Ferrara un mondo attivo e presente del Volontariato e della Carità che potrebbe vedere incrementata  la sua efficacia in virtù di una collaborazione organizzata dal punto di vista legislativo con il nostro settore della ristorazione”. 

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